Tomi:"Non si può rinviare un numero così grande di partite"
30-10-2020 17:33 - News
"E' giusto tutelare al massimo la salute di tutti, calciatori compresi. Però serve un regolamento chiaro, simile a quello che utilizzano in serie A. Altrimenti ho la sensazione che ci siano, purtroppo, anche società che strumentalizzano il coronavirus per rinviare le partite scomode". E' un pensiero schietto e anche duro, quello di Giovanni Tomi, capitano del Prato, che però non si riferisce in alcun modo ad una squadra in particolare del suo girone. Certo, in queste ultime settimane i biancazzurri sono stati "sfortunati", visto che sono stati costretti a rinviare due partite consecutive, la prima domenica scorsa contro il Ghivizzano Borgoamozzano e la seconda, quella di dopodomani, contro la Correggese.
Fonte: La Nazione
"Le società di serie D hanno deciso a grande maggioranza di proseguire con il campionato. Anche noi giocatori siamo d'accordo con questa linea – insiste Tomi –. Credo però che servano regole chiare. Non si può continuare a rinviare un numero così grande di partite. Per esempio si potrebbe pensare di isolare i positivi di una squadra e magari consentire solo nel caso in cui i contagiati in rosa siano più di 5 di chiedere il rinvio. Noi al Prato siamo costantemente monitorati, ma non c'è un obbligo vero e proprio. Però è una accortezza del nostro presidente e della dirigenza che ci fa stare molto più tranquilli". Inoltre il gruppo squadra ha firmato una sorta di patto interno non scritto, tale per cui i giocatori si sono promessi a vicenda di non esagerare con le uscite extracampo e di provare a limitare i contatti inutili. Una condotta che per il momento (dovuti scongiuri facendo) sta funzionando, visto che fra i biancazzurri nessuno si è fermato per Covid-19.
"Forse servirebbero anche degli aiuti alle società da parte della Lega Nazionale Dilettanti per poter fare dei tamponi prima delle partite. Isoliamo i positivi e continuiamo a giocare, se possibile – insiste Tomi –. Non ho sottomano tutto il panorama della serie D, ma sentendo alcuni ex compagni posso dire che le dinamiche che seguiamo a Prato, con tamponi e test sierologici periodici, non sono certo la normalità ovunque".
Fonte: La Nazione